IMPIANTO SOLARE TERMICO – prototipo N°3

Premessa

Visto che l’impianto solare termico prototipo 2° è costruito con materiale di riuso, si faranno scelte progettuali a scapito del rendimento per non incidere sui costi. Tutto il materiale utilizzato è in funzione della lastra di vetro recuperata.

Munirsi di:

• Martello

• Metro

• Guanti

• Tenaglia

• Sega per il legno

• Seghetto per tagliare il rame

• Mola

• Chiodi

• Tubi di rame ( 2 da φ=10 mm e 2 da φ=0,5 mm)

• Lastra di vetro (133,5 cm x 38 cm)

• Una camera d’aria di bici

• Polistirolo

• Scaldabagno ( n. 2 )

• Tavole di legno di varie misure

1)      Costruzione della cassa del connettore

Da un precedente lavoro eseguito, precisamente, la “porta a zanzariera” ho recuperato una lastra di vetro delle dimensioni di 133,5 cm x 38 cm. È un po’ corta come larghezza ma come diceva mia nonna “megliu chista chi pritati” (traduzione: meglio quello che hai che niente) una filosofia che condivido in pieno.

Da una pedana di legno e da varie tavole di cui almeno due lunghe almeno quanto tutta la lunghezza del vetro si costruisce la carcassa del connettore. Per tenere unite le tavole ho utilizzato dei chiodi zincati, solo perché ne avevo qualcuno in casa sennò andavano bene anche quelli classici, grazie a questa scelta evito il deterioramento provocato dall’acqua che causerebbe ruggine.

Costruita la carcassa ho tagliato altre tavole nella misura interna della carcassa ma leggermente più bassi per far l’appoggio della lastra di vetro.

 

Considerando la fragilità del vetro ho previsto una gommina per ammortizzare gli urti che si potrebbero avere a seguito di forte vento. La gommina che ho utilizzato è una camera d’aria presa  sempre da un lavoro precedente precisamente dal restauro di una bici vecchia dove una delle camere d’aria non era più utilizzabile. Si taglia in due parti.

Con un telo di nylon si riveste la parte interna del cassone per evitare infiltrazioni di acqua.

Per tenere il telo aderente al cassone si inseriscono altre 4 tavole di legno interne con un’altezza più bassa di qualche centimetro.  Queste tavole interne fungono da ancoraggio al cassone ma pur come base dove appoggiare la lastra di vetro.

Ho recuperato dei pannelli di polistirolo facilmente reperibili in qualche negozio di elettrodomestici.  Dopo averle tagliate a misura facendo corrispondere l’altezza più uniformemente possibile ho ancorato con dei chiodini la gommina sulla parte superiore delle tavole interne.

Fortunatamente ho  recuperato uno scaldabagno vecchio cosa non più tanto semplice visto l’aumento di persone che raccolgono ferro e rame.

Ps: Per rispetto dei miei lettori non esprimo il mio giudizio sulle persone che rubano i cavi di rame dell’illuminazione pubblica.

Per costruire il captatore di calore si dovrebbe utilizzare una lastra di rame ma ,visto il costo, ho deciso di utilizzare il rivestimento esterno dello scaldabagno. Con una mola si ritaglia in modo da occupare l’intera superfice interna della carcassa.

Attenzione: E’ consigliabile che tale lavoro sia fatto da persone competenti.

 

Dopo aver tolto il rivestimento del boiler vi troverete un isolamento in lana di vetro che ho utilizzato come isolamento termico tra il polistirolo e la lamiera.

 

 

 

 

 

I tubi di rame sono stati recuperati da una disinstallazione e reinstallazione di un condizionatore d’aria, si possono distinguere subito dalla guaina; infatti i due  usati sono scotti, vi consiglio nel togliere l’isolante di mettere un foglio di giornale sotto perché quando lo toccherete  si sbriciolerà nelle vostre mani.

Essendo i tubi di riuso piegati, si è cercato prima  di raddrizzare il più possibile, dopodiché si tagliano nella misura adeguata nel mio caso di 1,10m . Il problema sta nel collegarli fra di loro evitando perdite di acqua.

Le alternative sono due o si salda il tutto (ma purtroppo ancora mi manca la saldatrice per il rame) o si deve comprare delle giunzioni a T di rame (che hanno un costo).

To be continued……..

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